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Item Number: 111473
Title: ANDREA MANTEGNA : Le tre tavole della collezione Foresti
Author: Negro, Emilio ; Nicosetta Roio
Price: Not Available
ISBN: 9788877921239
Description: Modena: Artioli, 2010. 31 x 22cm., hardcover, 37pp. illus., most in color. Summary: La restituzione al catalogo di Andrea Mantegna di tre pitture provenienti dalla collezione Foresti di Carpi, dovrebbe destare un certo scalpore. Le tavole raffiguranti il Trionfo di Nettuno - una delle quali è pressoché inedita, mentre le altre due erano note solo nella cerchia degli studiosi del grande maestro, attraverso le fotografie antecedenti alla pulitura -, furono realizzate utilizzando una tempera grassa. La tinta, quasi monocroma, fu accordata con una tonalità grisaille dall’apparenza metallica, lumeggiata abbondantemente con fini dorature, secondo una tecnica collaudata estremamente raffinata che Andrea Mantegna utilizzò in diverse occasioni. Un espediente singolare per ottenere un effetto trompe l’oeil che dà l’impressione di trovarsi dinanzi a tre bassorilievi di bronzo dorato; benché finora non fosse stato rilevato, le tavole riproducono tre scene dello stesso mito: il Trionfo di Nettuno, sulla prima è dipinto il Concerto di due fauni, tre tritoni e una nereide, nella seconda è raffigurato Poseidone sopra un delfino e tre tritoni musici, mentre la terza ritrae Scilla, un demone, un giovane su un cavallo marino un tritone. Ogni scena è ambientata tra querce, canne e fiori palustri. Il 30 luglio del 1942, dal Lido di Venezia, Pietro Toesca, che era a conoscenza di uno solo dei tre dipinti, scrisse sul verso della fotografia della tavola raffigurante il Concerto dei due fauni, tre tritoni e una nereide: “E’ questa una classica immaginazione di “Andrea Mantegna”. Bernard Berenson nel suo Italian Pictures…, citò invece solamente due delle tre tavole, già nella collezione Foresti, a Carpi: “Two panels with Tritons and Satyrs (st.)”, dove (st.) sta per “studio work”. Federico Zeri, che conosceva invece tutti e tre i dipinti, in una lettera del 10 dicembre 1997 scrisse: “li avevo studiati molti anni fa presso un collezionista privato che li aveva acquistati, intorno al 1930, dal famoso antiquario di Carpi, il conte Foresti…Quando studiai queste tavole, esse erano ricoperte da strati di vecchie vernici”. Conclude la rassegna degli scritti una scheda di Filippo Todini, titolata “Andrea Mantegna”. Tutti gli studiosi citati sono stati concordi nell’affermare che l’energica definizione plastica delle raffigurazioni è quella tipica delle ultime opere di Mantegna. Un peculiare dato di stile che collima col monogramma ricomparso solo dopo la pulitura nel dipinto con Scilla, un demone, un giovane su un cavallo marino un tritone che era sfuggito a chi aveva studiato i dipinti precedentemente; vale a dire le due iniziali inequivocabilmente genuine - che hanno ben resistito a quella accurata rinettatura -, visibili nel lato sinistro all’interno del cartiglio, abbellito da nastri, appeso al ramo di un querciolo; il monogramma in belle lettere capitali romane “A.M”, corrispondente alle iniziali dell’autore della tavola e delle altre due di analogo tema iconografico: Andrea Mantegna.

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