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Item Number: 126898
Title: Palazzo a Prato : L’edificio che visse quattro volte: dal Concilio di Trento allo zuccherificio, dalle Poste Asburgiche alle Poste Italiane
Author: Bombarda, Roberto
Price: Not Available
ISBN: 9788896737958
Description: Trento: Curcu & Genovese, 2013. 21cm., pbk., 96pp. illus. Summary: Passando vicino all’edificio delle Poste Centrali di Trento si può notare inserito nel muro un portale del cinquecento. Questa è una delle poche testimonianze rimaste della presenza di uno degli edifici più belli e rinomati del cinquecento trentino. Questo libro narra la storia di questo palazzo rinascimentale, distrutto da un incendio esattamente 300 anni dopo l’avvenimento che lo aveva reso celebre, il Concilio di Trento. Ecco, allora, la vicenda del palazzo “a Prato”, fatto costruire dalla omonima famiglia che si era progressivamente affermata fra la nobiltà trentina, contribuendo allo sviluppo della città sia con attività commerciali ed estrattive, sia con donazioni benefiche. L’edificio fu realizzato in via Calepina, nel quartiere Borgo Nuovo, alle spalle del Duomo di Trento, dove troveranno ubicazione varie residenze nobiliari. Durante il Concilio esso diviene la sede dei legati pontifici, i rappresentanti del papa, e dalla vicina chiesa ss Trinità parte la processione conciliare verso il Duomo di Trento. Nel 1830, dopo varie vicende, compresa la proposta di farne il nuovo palazzo vescovile, è sede di uno zuccherificio, attività che diede lavoro a molti ma che comportò disagio alla zona per i cattivi odori che emanava. Nel dicembre 1845, al termine dei festeggiamenti cittadini per la celebrazione del terzo centenario del Concilio, scoppia un furioso incendio nel palazzo, distruggendone gran parte. Seguono varie indagini di polizia ed un acceso dibattito cittadino per decidere il futuro dell’area. Sino al 1884 quando viene deliberata dal Comune di Trento la costruzione dell’edificio delle Poste austroungariche, su progetto dell’arch. Friedrich Setz. Infine nel 1934 vengono inaugurate le Poste Italiane realizzate durante il periodo fascista sia per dare impulso all’economia stagnante, sia per cancellare i simboli del precedente governo. Il progetto fu realizzato dall’arch. Angiolo Mazzoni, uno dei progettisti più prolifici del ventennio che firmò numerosi edifici postali e stazioni ferroviarie in Italia.

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