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Item Number: 130939
Title: Il fascino dell'antico. Dall'Accademia ercolanese a Gio Ponti passando per Antonio Canova
Author: Casagrande, Tiziana
Price: Not Available
ISBN:
Description: Feltre: Comune di Feltre, 2014. 22cm., pbk., 180pp. illus. Exhibition held at Galleria Carlo Rizzarda, Feltre. Summary: La mostra, ospitata nella prestigiosa struttura della Galleria d’arte moderna “Carlo Rizzarda”, propone una suggestiva carrellata sull’influsso che la riscoperta dell’antichità ebbe sull’arte decorativa dei secoli XVIII e XIX, a seguito del rinvenimento dei siti di Ercolano, Pompei e Stabia. Le suggestioni tratte dal Grand Tour, l’itinerario di formazione in Italia dei giovani di buona famiglia, che toccava questi e altri siti, venivano fissate in lettere, diari e resoconti di viaggio. Si diffusero inoltre testi teorici e, soprattutto, raccolte di disegni e incisioni che contribuirono a veicolare temi e motivi come l’opera di Jean Claude Richard di Saint-Non, il Voyage pittoresque, i volumi delle Antiquités Etrusques, Grecques et Romaines con testi di Pierre-François Hugues d’Hancarville, che divulgano la collezione di vasi dell'ambasciatore inglese a Napoli Sir William Hamilton, e infine l’impresa editoriale de Le antichità di Ercolano esposte (1757-1792), voluta dalla corte borbonica con le tavole incise al bulino, a cui si ispira la superba serie di tempere di fine Settecento, attribuite, col beneficio del dubbio, a Michelangelo Maestri. Motivi “pompeiani” comparvero, dalla seconda metà del ‘700 all’800, negli apparati di dimore di lusso italiane e straniere, in disparate suppellettili e oggetti d’arredo, dai mobili alle ceramiche come esemplificano la selezione di porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea, le ceramiche delle manifatture Del Vecchio e Giustiniani fino alle creazioni di Gio Ponti per Richard Ginori che concludono il percorso. Una sezione è dedicata al massimo interprete del neoclassicismo italiano, Antonio Canova che dalle ripetute visite ad Ercolano e Pompei ricreò una sorta di “micropinacoteca neopompeiana” nelle tempere dai toni delicati, con una certa ironia di fondo e una palese volontà teatrale.

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