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Item Number: 134508
Title: Pollice verso. Storia di un arazzo : Arte e industria nella Milano di fine Ottocento
Author: Squatriti, Fausta (ed)
Price: Not Available
ISBN: 9788840441887
Description: Firenze: Nardini, 2015. 27cm., pbk., 192pp., ca. 250 color illus. Summary: Si legge come un romanzo la ricostruzione storica che Fausta Squatriti ha condotto, consultando archivi pubblici e indagando carte private, sulla famiglia del tessitore Agostino Angioletti, neonato abbandonato al torno di una pia casa per l’infanzia nel 1829 e cresciuto da un tessitore che mise il fanciullo al telaio insegnandogli il mestiere. Angioletti con il proprio lavoro seppe affrancarsi dalla miseria iniziale per entrare nella classe borghese. Ma fu poi suo figlio Angelo a lanciarsi nell’impresa del tutto straordinaria della tessitura, con un modernissimo telaio Jacquard appositamente costruito, di un grande arazzo di 12 mq dedotto da un dipinto dell’accademico Jean Leon Gérôme: quel Pollice verso, allora più famoso de La Gioconda, il cui significato simbolico è ancora oggi presente nella gestualità comune. L’artista francese fu l’ultimo tra gli accademici a godere di grandissima fama, mentre già la modernità di Cézanne, da lui odiato, andava cambiando radicalmente la percezione della realtà nell’arte figurativa. Si leggerà di come il francese mercante d’arte Goupil ebbe la geniale intuizione circa il valore, artistico e pecuniario, della diffusione delle riproduzioni a stampa delle opere d’arte dei suoi artisti a contratto, e di come le difese applicando le regole del diritto d’autore, che si andavano imponendo in quegli anni. Il soggetto, che aveva convinto Angioletti al punto da affrontarne la trascrizione con il mezzo della tessitura, doveva essere stato visto casualmente sulle pagine della “Illustrazione Universale”, rivista immancabile nelle case borghesi di fine Ottocento. Il Pollice verso vi era riprodotto in xilografia e questa incisione servì al giovanissimo disegnatore tessile Emilio Bestetti, diplomatosi nella da poco fondata scuola milanese del SIAM, per la realizzazione delle migliaia di cartoni necessari per il telaio Jacquard, parzialmente meccanico. L’industriale e il suo disegnatore, che dopo questo esordio nel mondo della riproduzione divenne il primo editore d’arte italiano, si garantirono la fama esibendo l’arazzo all’Esposizione Generale di Torino del 1898. Ma complesse vicende, rivelate in questo studio, impedirono a entrambi di godere il meritato successo. Il cimelio rimase custodito in famiglia (poco amato) per oltre un secolo, e soltanto ora è ampiamente rivalutato, portando all’attenzione contemporanea un oggetto in grado di incorporare gli ultimi palpiti del romanticismo. Palpiti esemplificati dal connubio tra l’eccesso di artisticità del Kitsch e l’alta qualità tecnologica espressa dalla lungimiranza di un’impresa familiare milanese alla fine dell’Ottocento che, nel volgere di due sole generazioni, aprì e chiuse una straordinaria vicenda imprenditoriale, qui ricostruita nei risvolti romanzeschi delle vite dei protagonisti e dei testimoni coi loro sogni, le loro ambizioni, i successi e gli error.

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