Summary: Nell’Italia di inizio ’900, le arti decorative, eredi di un’importante tradizione artigianale e artistica, si fanno interpreti del desiderio di progresso di una Nazione che ha da poco conosciuto l’unità. Ebanisti, ceramisti e maestri vetrai lavorano spesso in collaborazione con i maggiori artisti del tempo, dando vita a un vero e proprio “stile italiano” destinato a influenzare la nascita stessa del design moderno. È un periodo di intensa creatività con, sullo sfondo, una società in profonda trasformazione, alimentata all’inizio dalle speranze del governo Giolitti, e poi costretta a subire il trauma della Prima guerramondiale e il tragico esito del regimemussoliniano. Il volume – che accompagna la mostra nella sua tappa italiana dopo il successo al Musée d’Orsay a Parigi – presenta questo periodo di straordinaria creatività attraverso un percorso cronologico composto da un centinaio di opere in un dialogo continuo tra arti decorative e arti plastiche. Il cosiddetto stile Liberty che si va affermando all’inizio del secolo è già percepibile nelle creazioni di Carlo Bugatti, Eugenio Quarti e Federico Tesio, in dialogo con l’opera dei pittori divisionisti. Si passa poi al futurismo, la cui estetica ispirata al progresso e alla velocità si estende a tutti gli ambiti della vita. In seguito, il ritorno al classicismo, declinato in Italia attraverso molteplici forme, si esprime nelle ceramiche di Gio Ponti o nei vetri di Carlo Scarpa, prima di approdare al severo linguaggio del Novecento. Infine, nel campo delle arti applicate, segnano il passaggio verso la produzione industriale e il design nella sua accezione moderna.

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